Tra le tante storie di minatori emigrati in Belgio un posto particolare occupa la storia di Pietro, nato a San Fele nel 1924, figlio di Antonio e Incoronata Schiarillo.
Da giovane si adatta a fare molti mestieri e vive tutte le difficoltà della Basilicata al tempo di guerra e quelle del secondo dopoguerra. Nel 1948 nasce Antonio dal matrimonio con una ragazza del paese Vita Maria Santarsiero. Tre anni dopo con l’arrivo del secondo figlio Leonardo prende la decisione di emigrare accettando il contratto come minatore in Belgio nell’ambito dell’accordo italo-belga che garantisce l’invio di 50.000 italiani in contingenti di 2.000 persone al mese. È un accordo “braccia contro carbone”: a fronte della forza lavoro, il Belgio si impegna a fornire all’Italia carbone a prezzo agevolato.
Il viaggio in treno porta Pietro alla Beringen Mijn, la miniera di Beringen.
Le condizioni dei minatori sono molto dure; vivono nelle baracche costruite dai tedeschi per i lager e da queste scendono fino a 700 o 1000 metri di profondità, seguendo i filoni del carbone. Si infilano nelle gallerie alte si e no un metro, procedono in ginocchio o strisciando con il volto annerito e con la polvere di carbone che impasta la loro bocca e che prende i loro polmoni. Molti non resistono, strappano il contratto e tornano a casa.
Quando Pietro arriva, queste condizioni drammatiche, che duravano dal 1946, sono oggetto di contestazione. I minatori si stanno organizzando per difendere i loro diritti, fanno assemblee e iniziano gli scioperi. Pietro aderisce convintamente, è un lavoratore volenteroso e scrupoloso, diviene delegato sindacale, poi addetto alla sicurezza e con il tempo corrispondente dal Belgio dell’INCA-CGIL, poi membro del COMITES (Comitato degli Italiani all’Estero).
Nel 1952 nasce Giustino, il terzo figlio, e l’anno successivo la sua famiglia riesce a trasferirsi a Berigen, iniziando una nuova vita in Belgio.
Pietro si occupa della famiglia, promuove solidarietà in miniera, nel movimento sindacale e viene incontro ai bisogni dei compaesani che arrivano in Belgio, arrivando a ospitare intere famiglie in casa sua fino a quando non trovano sistemazione.
Pietro Cristiano va in pensione dopo venticinque anni e un mese. Resta a Beringen con la famiglia e continua la sua vita associativa, come punto di riferimento per tutti gli italiani e i lucani del Belgio. Il 22 dicembre 2010, due anni dopo la morte della moglie, si spegne all’età di 86 anni.
Come tantissime storie di emigranti, anche questa di Pietro fa riflettere e suscita tanta emozione!