Tante le storie di donne e uomini della Basilicata che hanno contribuito a rendere la storia degli Stati Uniti d’America importante!
Antonio Andretta, nato a Forenza (Pz) è stato uno dei primi italiani ad arrivare a Hartford, Connecticut, diventando un banchiere di successo e co-fondando una banca con Nicola Pallotti. Giunto negli Stati Uniti da ragazzino, si mise all’opera per cercare lavoro e, grazie ai suoi contatti, venne assunto dall’Office of Engineer Graves della Connecticut River Bridge and Highway District Commission di Hartford. Nel 1897 conobbe e sposò Felicia Pallotti da cui ebbe quattro figli, tra cui Sal, futuro collaboratore di Robert Kennedy. L’attività bancaria di Pallotti, Andretta & Co., non solo contribuì alla crescita economica della comunità italiana locale, ma rappresentò anche un punto di riferimento per gli immigrati italiani di Hartford. Antonio Andretta, in particolare, viene ricordato come uno dei più ricchi italiani di Hartford e per il suo impegno sociale volto a migliorare le condizioni degli immigrati italiani.
La sua scomparsa a causa di un’appendicite avvenne in un momento critico, proprio prima del crollo del mercato del 1929 e della Grande Depressione, eventi che distrussero gran parte di ciò che aveva costruito.
Nicola Pallotti nacque a Corleto Perticara (Pz) nel 1839 e emigrò in Connecticut nel 1871. Figlio di Francesco e Anna Pallotti, come migliaia di altri immigrati, fu attratto dalle meravigliose opportunità disponibili per i giovani in America e nel 1871 giunse a Hartford, dove visse da allora. Con duro lavoro, diventò un importante investitore immobiliare nella zona est della città ed era considerato l’italiano più ricco di Hartford. Morì nel 1922 per una rovinosa caduta dalle scale.
Altro banchiere lucano di spicco in Connecticut fu Donato Laraia, sempre originario di Corleto Perticara. Si dice che avesse iniziato all’età di sei anni. Povero ragazzo immigrato italiano, guadagnava denaro per la sua famiglia suonando il violino sui tram trainati da cavalli. Quando Laraia morì più di 55 anni dopo, venne lodato dalla stampa locale come “uno dei banchieri più importanti” del Connecticut. Il suo necrologio menzionava anche i suoi molti anni come prospero proprietario di una sala da ballo a Hartford.
Donato Antonio Laraia nacque il 23 marzo 1867 a Corleto Perticara, figlio di Biagio e Brigetta Demna Laraia. All’età di cinque anni venne portato negli Stati Uniti dal padre nel 1872, stabilendosi a Hartford, Connecticut un anno dopo. Parlando poco inglese, a Biagio fu difficile trovare lavoro e sfamare la sua famiglia.
L’adolescenza di Laraia lo vide impiegato in una squadra di sezione della Valley Railroad. Eventualmente, come raccontato nel suo necrologio: “La sua giusta e compiaciuta disposizione lo portarono in primo piano come caposquadra.” Successivamente lasciò la ferrovia per un lavoro in fabbrica in una fonderia di Hartford. All’incirca all’età di 21 anni, Laraia decise di cambiare carriera. Aveva risparmiato abbastanza denaro dal suo lavoro per aprire una sala da ballo in un edificio all’incrocio di Front e Morgan Streets, l’incrocio mostrato qui, situato nel cuore del quartiere italiano di Hartford. Confrontato con una forte concorrenza, la “giusta e compiaciuta disposizione” di Laraia si rivelarono essere buone qualità per un proprietario di sala da ballo e ebbe rapido successo.
I Laraia aprirono la strada a un gran numero di italiani che immigrarono a Hartford all’inizio del XX secolo. Inizialmente, l’afflusso era costituito da operai edili reclutati per costruire il Bulkeley Bridge, un importante ponte autostradale sul fiume Connecticut. Poi rimasero “per costruire strade, case e i numerosi progetti di opere pubbliche di cui una Hartford in espansione aveva bisogno.” La maggior parte si stabilì sul lato est nelle vicinanze di Front e Morgan. La sala da ballo di Laraia rimase in quella posizione per tutti i suoi 30 anni, fino a quando fu costretta a chiudere a causa del Proibizionismo nazionale nel 1919. Tra i suoi soci in affari c’era anche suo suocero Frank D. Nezzo che, alla sua morte, gli lasciò la sua banca in eredità. Non era esperto di finanza ma grazie all’aiuto di sua moglie Lucy, e ai numerosi clienti di origini italiane, riuscì anche lui a diventare un importante banchiere di origini lucane.