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Leonard Covello, l'italiano che insegnava tolleranza e integrazione negli Stati Uniti

04 Dicembre 2024

2 minuti

Foto di La Repubblica

Leonardo Coviello nasce ad Avigliano nel 1887 per poi trasferirsi a New York nel 1896, con la madre e il fratello, per raggiungere il padre emigrato qualche tempo prima.

Nonostante tutte le difficoltà, riesce a studiare con profitto e a vincere una borsa di studio dal 1907 al 1911, potendo così frequentare e laurearsi alla Columbia University e diventare insegnante di francese iniziando, nel 1913, a lavorare alla DeWitt Clinton High School.

Durante la prima guerra mondiale si reca volontario in Francia, dove ricopre incarichi di interprete e di intelligence. Nel 1920 torna ad insegnare la lingua francese alla DeWitt Clinton High School e approfondisce le sue riflessioni pedagogiche sull’integrazione dei ragazzi italoamericani, in quanto crede che il bilinguismo e il biculturalismo sono strumenti per promuovere l’integrazione dei giovani immigrati e, allo stesso tempo, per mantenerli legati alla propria cultura.

Già nel 1914 aveva creato a questo scopo il Circolo Italiano a DeWitt Clinton; nel 1922 crea il Dipartimento di italiano nella scuola che diresse fino al 1926, anno in cui viene promosso I° assistente di Lingue moderne all’Università.

8 anni dopo, realizza il suo sogno di creare una scuola basata sui suoi principi educativi con la fondazione “Benjamin Franklin High School”, a East Harlem, uno dei centri dell’immigrazione lucana a New York. Dal 1929 al 1942 ricopre il ruolo di Adjunt Professor alla New York University dalla quale riceve il dottorato in Pedagogia nel 1944.

Leonard lotta per l’integrazione razionale e lavora per gli anziani del quartiere. Alla fine degli anni ’40, quando nel quartiere dell’East Harlem diventa sempre più importante la presenza dei portoricani, cerca di favorire la loro integrazione razziale adottando per questa comunità gli stessi principi che aveva elaborato per gli italiani negli anni ’20 e ’30.

Nel 1956 si ritira dal ruolo di preside della Francklin High School e accetta una consulenza alla Divisione Migrazioni del Dipartimento portoricano del Lavoro.

Torna in Italia nel 1972, in Sicilia, invitato da Danilo Dolci, per applicare i suoi metodi educativi ai ragazzi siciliani e, dopo 10 anni, muore a Messina.

Quella di Leonard Covello è una storia raccontata da più autori ed è la storia di un “maestro” dell’integrazione, dell’inclusività e della tolleranza tra popoli che convivono nella stessa terra.

In modo particolare il giornalista Renato Cantore, esperto di storia dell’emigrazione, nel suo libro intitolato “Harlem, Italia Covello e Marcantonio, due visionari nel ghetto dei migranti” ci parla del lavoro di Covello e di Vito Marcantonio, avvocato e uomo politico, per l’integrazione degli italiani d’America: due personaggi di valore nel “ghetto dei migranti” che non hanno abbandonato il loro popolo!

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